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Visualizzazione dei post da 2022

Reselling vs paghetta, speriamo vinca la seconda..

Capitolo regali di Natale. Quando mia figlia era piccola riuscivo a raccontarle quanto fosse fortunata: nonostante Babbo Natale dovesse provvedere ai regali per migliaia di bambini, aveva la possibilità di passare a casa sua e poi a casa dei quattro nonni, dei cuginetti, delle amiche ... e andava bene tutto. Da quando si sa che Babbo Natale siamo noi, ogni anno l'inconsapevolezza dell'età si unisce alle mode e arrivano le richieste più disparate; e mentre per i libri ci affrettiamo a fare gli acquisti desiderati, la felpa  e le scarpe di questo o quell'altro brand mi scatenano reazioni allergiche all'istante. Con le necessità quotidiane ce la caviamo a buon mercato - devo ammettere che mi rivolgo alle catene low - cost perché la quantità è più importante della qualità, nella fase della crescita e delle attività "artistiche", tanto a lavare e a stirare ci pensa la mamma - ma per le occasioni particolari mi tocca la gran riserva. Proprio a me che odio entrare in...

Ritorno al futuro

Gennaio si avvicina e con l'anno nuovo ci aspetta un passo importantissimo: l'iscrizione alle scuole superiori. E' da un pò che ne parliamo, a casa; il papà fa il tifo per il liceo che ha frequentato da ragazzo e a cui è legatissimo da ricordi felici e non solo - lì nostra figlia avrebbe anche la possibilità di proseguire con gli studi di strumento musicale ma non rientra nei suoi progetti (si è cimentata, è stata ed è brava, ha studiato e imparato a suonare il flauto traverso ma questa esperienza probabilmente si concluderà a giugno prossimo) - e lui è stato subito messo a tacere. I o, quando ho osato prospettare un'alternativa, cioè un istituto tecnico ad indirizzo turistico, sono stata zittita da entrambi. E' anche vero però che non si può forzare una scelta così importante per il futuro e che i nostri figli devono sentirla propria, dal momento che nella scuola scelta trascorreranno cinque anni della loro vita. Allora s iamo andate a visitare i licei della città ...

Ufficio fluido...

e lavoro incauto. Troppo? Oramai tira aria di cambiamento e sognare non fa mai male. Ogni tanto su Fb compare un test, il cui topic è "se avessi potuto scegliere il lavoro dei tuoi sogni, oggi cosa saresti?". Il mio sogno da studentessa era diventare interprete parlamentare; mentre studiavo alla facoltà di lingue mi immaginavo in viaggio, in giro per l'Europa o per il mondo, ovviamente munita di appartamentino a Bruxelles (beata incoscienza), in tailleur durante le sedute del Parlamento europeo, con le cuffie e il microfono, in cabina e magari inquadrata nelle riprese di qualche telegiornale internazionale. Insomma, avevo accuratamente immaginato ogni dettaglio, talmente bene che poi non è successo e la mia vita ha preso una piega completamente diversa. Anche da insegnante ho sempre cercato di reinventarmi, uscire dagli schemi, trovare idee e progetti diversi dal solito, non solo per stimolare i miei alunni ma anche per continuare ad avere una motivazione nonostante il pa...

Il piano B

Bene, il dado è tratto. Si parte con il piano B della vita. Con gli ultimi soldi o il premio di uscita, se c'è, si investe: su un viaggio dall'altra parte del mondo, su un master in materie completamente diverse da quelle studiate o sulla creazione da zero di un'azienda online, insomma, su se stessi. Quello che si spera di ottenere, cambiando lavoro e stile di vita, è la libertà di gestire i propri orari, di avere del tempo a disposizione per dedicarsi anche ad altre attività, poter lavorare in qualunque luogo da remoto - anche in settori completamente diversi, mettendo a frutto una passione o una skill trasversale acquisita negli anni, che sia cucinare per 15 persone, organizzare un viaggio itinerante con bambini piccoli o diventare istruttore di qualche disciplina sportiva di cui si è appassionati. E le donne hanno anche in questo hanno fatto da apripista. Il lockdown dovuto al covid ha costretto molte di noi a ripensare all'organizzazione familiare e della vita quoti...

Cambio, ergo sum

L'idea per questo articolo - che nei miei progetti è il primo di una serie (non lunghissima, don't worry)  riguardo alle nuove frontiere del lavoro post covid - mi è venuta in treno, di ritorno da Milano: a fine agosto, con mio marito e mia figlia, siamo andati a vedere il Cenacolo e le nuove costruzioni in zona Isola. A Milano sono nata e torno sempre volentieri e, mentre mio marito non ha molto feeling con la big metropolis, a mia figlia piace molto: la città delle grandi librerie, dei parchi, degli influencer, delle novità. Sarà per questo che alla fine di una giornata di arte e relax che con il lavoro non c'entrava una granché, ho iniziato a riflettere? Milano, come Londra, è il posto in cui tutto accade prima che altrove, si anticipano le tendenze, si aprono nuove prospettive e sembra che tutto possa accadere. Chissà se anche qui, terra dei primi "imbruttiti del fatturato", arriverà il trend, per ora in ascesa soprattutto nel mondo anglosassone, delle grandi ...

E' di moda leggere (finalmente)

Avete presente il programma "Per un pugno di libri"? Vivevo ancora con i miei genitori quando andò in onda la prima edizione e io, puntuale, la domenica pomeriggio mi sedevo in cucina per seguire la sfida tra due squadre di alunni delle scuole superiori sui libri di ogni genere, stile, periodo storico. I ragazzi erano tutti lettori accaniti e negli anni delle prime edizioni del gioco si parlava ovviamente di libri cartacei, nessuna menzione per il formato digitale che ancora non esisteva. Nel giro di poco è tutto cambiato, la smaterializzazione è partita dalla musica - addio alle cassette che si riavvolgevano con il tappo della penna Bic e anche ai cd, originali o masterizzati che fossero - e nel 2000 è ufficialmente nato l'ebook, con il suo device abbinato; all'inizio sembrava la solita moda americana da nerd in cerca di esclusività, poi è arrivato anche in Italia, dove però il libro digitale non ha mai fatto il botto. Anzi, negli ultimi due anni la vendita di libri ...

Estate incauta, parte 2

Chi mi segue su Fb sa a cosa mi riferisco quando parlo di estate "incauta": si tratta ovviamente di un commento fatto da mia figlia una sera che eravamo fuori insieme a fare apericena e con mio marito programmavamo finalmente qualche uscita e qualche gita fuori porta in più. E lei è intervenuta dicendo che sì, era contenta di avere dei genitori così pieni di iniziativa e di venire con noi, ma che ci avrebbe voluti un pò più cauti. Noi l'abbiamo accontentata subito andando a Possagno la domenica successiva, a visitare la gipsoteca di Canova sotto un sole cocente e da allora, ogni volta che siamo usciti per andare a fare un giro in centro, a bere una birra o a fare un aperitivo, in spiaggetta o in pizzeria, abbiamo ribattezzato l'occasione "estate incauta". Dieci giorni fa non vedevamo l'ora di partire, per cambiare aria, liberarci dagli orari serrati e dagli impegni, riempire il nostro tempo di pause e fare insieme esperienze di famiglia. Non siamo certo ...

Un anno di "viaggetti"

Nei mesi scorsi sui social mi sono capitati spessissimo davanti agli occhi post di persone più o meno giovani che raccontavano di aver ripreso a viaggiare in lungo e in largo e io, con gli occhi fuori dalle orbite, guardando video di luoghi bellissimi ovunque nel mondo, mi sono chiesta più volte "se non ora, quando?" e contemporaneamente "ma sarà il caso, ora?". L'eccesso di prudenza, il timore di ritrovarci positivi e dover fare la quarantena via da casa e di fermare tutte le varie attività di lavoro, scuola ecc... e, non ultima, la paura di stare male ci hanno indotti a ridurre notevolmente i "viaggi". Non che prima ci dessimo alla pazza gioia: non abbiamo mai affrontato voli di 14 ore per andare oltreoceano né al mare d'inverno, la nostra ultima volta all'estero è stata a Vienna ad agosto del 2019 (viaggio di cui persino mia figlia dice di conservare dei bellissimi ricordi nonostante le otto ore di treno da Venezia), ma alla prima occasione ...

Le guerriere dei tempi moderni

Vediamo un pò chi sono. Le protagoniste dei nuovi romanzi dedicati alle millennials? No. Quelle delle serie Tv? No. Le imprenditrici che creano occupazione femminile senza che la maternità sia un problema? No. Le guerriere dei tempi moderni si trovano sui social - che novità - e sono le guru del fitness. Donne che praticano attività fisica di qualsiasi tipo tutto l'anno, anche all'esterno, col freddo e col caldo, con la pandemia, con il distanziamento, ma soprattutto con la capacità, innata o appresa, di mettere in secondo piano le esigenze di lavoro/ marito/ figli/genitori e di dare la priorità al proprio benessere fisico, facendone anche un fiorente business. Alcune di loro hanno abbondantemente superato gli anta, come la nonna settantenne americana che ha iniziato a fare ginnastica per combattere la pressione alta, l'osteoporosi e i problemi cardiocircolatori di cui soffriva e adesso  è seguitissima su Ig, dove posta reel motivazionali per altre donne della sua età e non...

Con la moda circolare il cerchio non si chiude

"Mamma, ordiniamo?" Questa innocente domanda, con verbo al plurale, mi è stata posta più volte da mia figlia non al ristorante ma a proposito del carrello di abiti, piuttosto pieno, su una nota piattaforma cinese onnivendola, al cui fascino cedono non solo le ragazzine - banalmente causa influencer - ma anche donne adulte, più o meno giovani, a giudicare dai numerosi gruppi Fb in cui si sprecano le immagini di outfit acquistati sul famoso sito e-commerce d'oltreoceano . E non si parla solo di vestiti, ma anche di accessori, borse, "gioielli", articoli per la casa. Il motivo di tanto ardore? Oltre alle varie mode del momento, i prezzi. Bassissimi. Costumi da bagno a partire da cinque euro, abiti da sera a dodici euro, collanine a due euro; certo, esistono anche articoli più costosi, ma sono pochi e raramente superano i trenta euro. Le scarpe, che meriterebbero un discorso a parte, nelle recensioni sono definite "comodissime" e costano diciannove euro (p...

Embracing mom o embrassing mom?

Bene. Un altro anno scolastico si è concluso, ora basta scuola per un pò... ah no.  Agli inizi di giugno, quando avevo appena cominciato a illudermi che presto sarebbe arrivata una pausa da ansie da prestazione, nervosismo, competizioni varie, gare, concorsi, saggi, interrogazioni, voti e scenate, è comparso lui. Il ballo di fine anno. Io, che da brava ex ragazzina degli anni novanta pensavo fosse un'americanata di fine liceo, ovviamente mi sono dovuta ricredere: covid permettendo, la tradizione è stata anticipata anche alla scuola media. Così, mio malgrado, sono stata coinvolta nella trafila della preparazione all'evento. Oltre a firmare autorizzazioni per la partecipazione e liberatorie per l'uso delle immagini nell'ambito scolastico  - e tra cartaceo e online siamo tornati alla triplice copia di paperiniana memoria - in un periodo di lavoro piuttosto denso per me non ho potuto decidere io quando andare a fare "shopping". No. Ho dovuto, naturalmente, aspetta...

Il morosetto dove lo metto??

Ebbene sì, è successo anche a noi. Mi ci è voluto quasi un anno per riuscire a parlarne quasi in tono ironico. Verso la fine della prima media, quindi circa 9 mesi fa, mia figlia si è "fidanzata" (adesso non so se ridere o piangere, comunque non vi racconto la prevedibile reazione di mio marito alla notizia). Il fortunato era un compagno di classe, un tipo originale nell'abbigliamento, nel taglio di capelli - side cut con lungo ciuffo laterale biondo, carino, non una testa calda, benvoluto dagli amici ecc.. Si è subito trovato con mia figlia che, a detta di un paio di insegnanti, catalizzava l'attenzione dei maschietti della classe con il suo modo di fare inconsapevolmente seduttivo (la mia bambina??). Boh. A me non è mai sembrata particolarmente attenta a come vestirsi, a come muoversi, a parlare in un certo modo solo per attirare i ragazzini. A 12 anni, poi. Anzi, senza trucco, vestita da maschiaccio, con i capelli sempre legati e le scarpe da ginnastica, senza smal...

Altezza, mezza bellezza

Una convinzione che sembra appartenere anche alle generazioni più giovani: una persona è bella solo se risponde a canoni precisi e l'altezza è uno di questi. Mia figlia, che ora ha quasi tredici anni, ha chiesto alla fisiatra chela sta curando per un principio di scoliosi se secondo lei potrà arrivare ad un metro e settanta di statura (pia illusione dovuta al fatto che il papà è alto circa un metro e ottanta). Alla risposta della dottoressa, che le ha prospettato 165 cm al massimo, è rimasta delusissima perché sperava di più, ma per fortuna non ha incolpato la mamma, che quanto alla statura si è fermata ben prima. E sapete perché? Ha subito realizzato che, sempre grazie al papà di cui sopra e a differenza della mamma, lei è magra. Ha un metabolismo veloce e mangia mille volte al giorno, naturalmente patatine e cioccolata sono gli snack preferiti e per fortuna non deve negarseli. Ci sono sue amiche che invece controllano il peso e l'alimentazione da tempo e sono abituate a rinun...