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Un anno di "viaggetti"

Nei mesi scorsi sui social mi sono capitati spessissimo davanti agli occhi post di persone più o meno giovani che raccontavano di aver ripreso a viaggiare in lungo e in largo e io, con gli occhi fuori dalle orbite, guardando video di luoghi bellissimi ovunque nel mondo, mi sono chiesta più volte "se non ora, quando?" e contemporaneamente "ma sarà il caso, ora?". L'eccesso di prudenza, il timore di ritrovarci positivi e dover fare la quarantena via da casa e di fermare tutte le varie attività di lavoro, scuola ecc... e, non ultima, la paura di stare male ci hanno indotti a ridurre notevolmente i "viaggi". Non che prima ci dessimo alla pazza gioia: non abbiamo mai affrontato voli di 14 ore per andare oltreoceano né al mare d'inverno, la nostra ultima volta all'estero è stata a Vienna ad agosto del 2019 (viaggio di cui persino mia figlia dice di conservare dei bellissimi ricordi nonostante le otto ore di treno da Venezia), ma alla prima occasione - anche dal punto di vista economico - approfittavamo per staccare la spina qualche giorno, complice la mancanza di compiti per la piccola e le pause nel calendario scolastico. A dicembre e febbraio, terme al posto dello sci (abbiamo sempre preferito il relax e il calduccio al freddo e alla montagna), a Pasqua il lago di Garda, per noi "il" lago, super attrezzato per qualsiasi esigenza - soprattutto le meno scontate -, primo novembre e primo maggio in qualche città vicina e poi il due giugno al mare sul litorale veneto, con l'aria già calda e il mare ancora bello (Jesolo così così, troppo cemento; molto meglio, second me, la più naturale e selvaggia Cavallino). Quest'anno è stato diverso, ci siamo sentiti molto più insicuri e combattuti fino all'ultimo se andare via o meno; invidiavo la disinvoltura e la tranquillità che vedevo non solo nei soliti influencer che viaggiano per lavoro e prima o poi dovevano riprendere, pena la perdita di contratti, sponsor, visibilità, ma anche nei nostri colleghi, amici e conoscenti che in pochi mesi sono stati più volte all'estero, producendo una discreta quantità di Plf e Temporary G.P. online e cartacei. E noi? A metà strada tra l'incertezza e il rifiuto di stare ancora chiusi in casa, abbiamo fatto un primo pallido tentativo di trasferta a Brescia, per il ponte del primo novembre e, se già eravamo poco convinti, l'ottimo umore della figlia al seguito ha fatto il resto, perché per venire con noi aveva rinunciato alla festa di Halloween a casa di una compagna e a nulla è valso il trucco scary realizzato dalla mamma e portato in giro tra Piazza Vittoria e Piazza Paolo VI. Incredibilmente, siamo riusciti ugualmente a goderci la visita alla città, con le sue chiese importanti, il castello (dove abbiamo lasciato la macchina in tranquillità, dal momento che il nostro albergo, semplice ma in pieno centro, non offriva possibilità di parcheggio), il mercato, il monumento ai caduti delle dieci giornate, la Loggia e il pranzo in un ristorante elegantissimo, con le pareti affrescate e una clientela quasi "nobile" (anche questo a prezzi scontati...sono particolarmente abile a rovistare nell'angolo delle occasioni). Una giornata intensissima e lunga 14 chilometri, con un unica tappa saltata a piè pari: la pasticceria di Igino Massari, fuori dal centro, in verità non l'abbiamo cercata. E dopo il Natale con i nonni, anche perché mia figlia due giorni prima aveva affrontato il tour de force dei saggi musicali a scuola, siamo andati, in un giorno freddissimo, a Rovigo a vedere la ricca mostra dedicata a Robert Doisneau. Per le vacanze di Carnevale, mi è balenata in testa qualsiasi idea, da Viareggio per trovarsi al mare in inverno, a Colonia per rinfrescare un pò il tedesco; alla fine siamo andati a Milano, evitando però il carnevale meneghino, tra l'altro piuttosto sotto tono. Dopo aver convinto a fatica marito e figlia a dormire in ostello, vicino alla stazione centrale, ho avuto l'enorme soddisfazione di essere ringraziata per la bellissima esperienza; in effetti, abbiamo dormito benissimo, in un ambiente accogliente, colorato e stimolante, abbiamo assistito ad un concerto jazz fuori programma ma molto coinvolgente e mia figlia ha addirittura sbirciato gli spartiti della band durante una pausa, da quanto le è piaciuta la musica. Lo stesso non si può dire della Pinacoteca di Brera, dove è stata un'impresa farle distogliere gli occhi dal cellulare per più di 30 secondi e poi sentirle dire:" ah si, questo (quadro) c'è anche nel mio libro di arte". Purtroppo non siamo riusciti a visitare il Cenacolo ma credo sia dispiaciuto solo a me. Così siamo tornati a casa, ripromettendoci nuovi giri a Milano alla prima occasione, per dormire di nuovo in ostello e prendere l'aperitivo sui tetti; poi, sbuffando - rigorosamente dentro la mascherina Ffp2, siamo saliti sul treno e rientrati in tempo per i compiti ancora da finire. A Pasqua ci siamo limitati ad una notte alle terme euganee, vicine e sempre rassicuranti, con annessa mostra fotografica di Robert Capa - e anche qui, salti di gioia, soprattutto perché non c'era compagnia dell'età giusta (in effetti non c'è mai neanche per me ma chissà come mai io non mi lamento). E mentre la primavera è trascorsa stanziale, non senza gli ineludibili pic nic domenicali voluti (solo) dalla mamma in modalità toccata e fuga per essere presto a casa e dedicare il pomeriggio a studiare/correggere/stirare/preparare materiali o altro, agli inizi di giugno, complice la canicola, siamo andati di corsa al mare, nel nostro villaggio del cuore sul Delta del Po, che mai avrei pensato sarebbe diventato un punto fermo per le nostre vacanze. E invece, tra nuotate al mare e in piscina, giri in biciletta e spettacoli dell'animazione, le ultime tre estati le abbiamo passate lì, riposati e contenti. Quest'anno abbiamo finalmente optato per qualcosa di diverso in un territorio molto turistico ma per noi inesplorato: la Liguria, nella riviera di levante, con le sue acque blu e profonde e i suoi paesini arroccati in alto sul mare; prenderemo il treno, il battello o i minibus e ci sposteremo da una località all'altra, noi che al mare siamo abituati a fermarci in un unico posto, e assaggeremo e proveremo tutte le novità. Di nuovo in movimento. Non vedo l'ora di farlo. Vi racconterò! 



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