Vediamo un pò chi sono. Le protagoniste dei nuovi romanzi dedicati alle millennials? No. Quelle delle serie Tv? No. Le imprenditrici che creano occupazione femminile senza che la maternità sia un problema? No. Le guerriere dei tempi moderni si trovano sui social - che novità - e sono le guru del fitness. Donne che praticano attività fisica di qualsiasi tipo tutto l'anno, anche all'esterno, col freddo e col caldo, con la pandemia, con il distanziamento, ma soprattutto con la capacità, innata o appresa, di mettere in secondo piano le esigenze di lavoro/ marito/ figli/genitori e di dare la priorità al proprio benessere fisico, facendone anche un fiorente business. Alcune di loro hanno abbondantemente superato gli anta, come la nonna settantenne americana che ha iniziato a fare ginnastica per combattere la pressione alta, l'osteoporosi e i problemi cardiocircolatori di cui soffriva e adesso è seguitissima su Ig, dove posta reel motivazionali per altre donne della sua età e non solo. Certo, ci aveva provato anche Jane Fonda riscuotendo un discreto successo considerando che i social non esistevano ancora, ma è rimasta una caso eccezionale. Oggi, a qualsiasi età, le fitness trainer on line spopolano e mentre prima della pandemia si trattava di sparuti casi di influencer che si buttavano anche sulla ginnastica sponsorizzando case produttrici di scarpe sportive e e abbigliamento tecnico, oggi in rete ce ne sono centinaia, a dividersi un mercato magari segmentato per fasce d'età ma potenzialmente infinito, come dimostra la "gym grandma" appena citata. E sono seguitissime, perché in due anni sono abbondantemente riuscite a fidelizzare le loro clienti, in particolare quelle che già non amavano alla follia gli ambienti superaffollati e spersonalizzanti delle palestre, che fino a qualche tempo fa spuntavano come funghi dichiarandosi innovative e particolari, per offrire abbonamenti convenientissimi ...se decennali. Con le riaperture, chi era fan la palestra ha ripreso ad andarci ma chi era già perplesso prima ha preferito continuare ad allenarsi restando a casa sua, un pò per diffidenza, un pò per comodità. A questo punto della lettura, chi mi conosce - e anche io stessa - si starà chiedendo: "ma tutto questo, in particolare le palestre - cosa c'entra con te?". E la domanda non mi offende. Ho sempre avuto un'avversione per i centri fitness, fin da ragazza; non mi è mai piaciuta la competizione sul tapis roulant, gli sguardi che le ragazze in forma rivolgevano alle poverette meno fisicate di loro mi mettevano a disagio, odiavo le lezioni di gruppo durante le quali nessuno guardava l'istruttore ma tutte usavano lo specchio per guardare le altre ed ero molto perplessa di fronte a donne della mia attuale età, che all'epoca mi sembravano già senza speranza, quando le vedevo sudare dentro le mitiche tute di plastica dalle millantate proprietà dimagranti e snellenti. Credo di aver sperimentato lo stress in palestra più che a scuola o all'università. E ogni anno, in primavera, le riviste femminili e le rubriche sui social ripropongono i soliti pezzi sui metodi per rimettersi in forma, da quelli dolci e graduali per evitare traumi all'organismo a quelli strong che promettono una perdita di peso rapida ma senza compromettere la massa magra ecc..., tutti corredati dai consigli che oramai sanno anche i sassi ma che sembra indispensabile ripetere, quindi facciamolo insieme: "consumate i carboidrati ma solo in forma di cereali integrali, non esagerate con le proteine e con gli zuccheri, evitate i dolci, i fritti e il cibo spazzatura, limitate i latticini e la carne rossa, mangiate frutta e verdura ma solo alcune se soffrite di gonfiori addominali e bevete tanta acqua, evitando però gli alcolici". Uh, non si sapeva. E ovviamente allenatevi, almeno per trenta minuti cinque volte a settimane e quando non vi allenate uscite a camminare, che stare sul divano a leggere un libro vi fa male, muovetevi perché un corpo muscoloso a riposo brucia di più ma questa non è una scusa per abbuffarsi dopo l'attività fisica (vi suona familiare?). Il tutto non per trovarsi belle, ovviamente, ma per "sentirsi bene" con se stesse ad ogni età e in particolare negli anni della menopausa, quando le trasformazioni del corpo e del nucleo familiare (i figli sono grandi, i genitori diventano i nuovi bambini da accudire) possono favorire, oltre che insonnia, infiammazioni e metabolismo lento, anche una lieve depressione o una momentanea perdita degli equilibri della vita. Io anche adesso continuo a rifiutare l'idea della palestra e non per paura del contatto fisico, della mancanza di distanziamento, dei rischi da covid che pare non ci abbondonino mai; sono proprio refrattaria ai corsi, agli orari, agli abbonamenti rateali, alle imposizioni varie con cui devo già venire a patti in tanti ambiti della vita, dal lavoro alle attività varie alle visite mediche ecc..., e non accetto l'idea che anche il mio tempo libero debba essere così ingabbiato. Diversi tentativi falliti in passato mi hanno ripetutamente dimostrato che il fatto di pagare modiche rate mensili per me non è una sufficiente motivazione a frequentare la palestra con regolarità, quindi da qualche anno ho smesso. Preferisco fare da sola, a casa, con gli attrezzi comprati in negozio e le personal trainer perennials che propongono circuiti da cinque minuti per le parti del corpo bisognose di attenzioni e con accorgimenti mirati alle donne che, come me, hanno sempre avuto una tenuta fisica incostante, in balia degli ormoni, dello stress, della mancanza di volontà. In bicicletta preferisco andare da sola o al massimo con mio marito e mia figlia, così nessuno o quasi deve preoccuparsi di dove sono e soprattutto dove vado, perché detesto pedalare in strada o dove non ci sono delle piste ciclabili; a camminare, invece, da sola nì. Mi distraggo facilmente, perdo il ritmo, rallento continuamente per guardare i balconi fioriti, i bambini al parco giochi, le villette unifamiliari con i loro bei giardini e le piscine gonfiabili. Allora prendo i bastoncini oppure mi aggrego a qualche uscita di gruppo. Per cui, tanto di cappello alle eroine del fitness...ma Nordic Walking forever.
Una convinzione che sembra appartenere anche alle generazioni più giovani: una persona è bella solo se risponde a canoni precisi e l'altezza è uno di questi. Mia figlia, che ora ha quasi tredici anni, ha chiesto alla fisiatra chela sta curando per un principio di scoliosi se secondo lei potrà arrivare ad un metro e settanta di statura (pia illusione dovuta al fatto che il papà è alto circa un metro e ottanta). Alla risposta della dottoressa, che le ha prospettato 165 cm al massimo, è rimasta delusissima perché sperava di più, ma per fortuna non ha incolpato la mamma, che quanto alla statura si è fermata ben prima. E sapete perché? Ha subito realizzato che, sempre grazie al papà di cui sopra e a differenza della mamma, lei è magra. Ha un metabolismo veloce e mangia mille volte al giorno, naturalmente patatine e cioccolata sono gli snack preferiti e per fortuna non deve negarseli. Ci sono sue amiche che invece controllano il peso e l'alimentazione da tempo e sono abituate a rinun...
Ciao Chiara,
RispondiEliminanon è in linea con ciò che proponi ma ti chiederei di trattare la tematica del figlicidio, che purtroppo si è sentita spesso nelle recenti cronache.
Mi sembra impossibile anche solo capire lontanamente un tale gesto, visto anche che noi abbiamo atteso nostra figlia per anni e ci siamo sottoposti a lunghi e dolorosi percorsi per poterla avere. Sei una persona informata e mi lusingherebbe sentire una tua opinione su tale fenomeno.
Anna
Mi collego anche io. Le cronache di questi giorni hanno destato anche in me molta amarezza, situazioni di disagio, solitudini, il tutto nel disinteresse di parenti vicini e conoscenti. Nel mio piccolo posso dire di aver visto molti genitori esemplari ma purtroppo anche persone che intrattengono relazioni disordinate e si trovano a diventare matrigne ( termine orrendo) di uomini con figli da precedenti relazioni. Non sempre tali persone vivono nel disagio, possono essere anche rispettabili. Un esempio abbastanza chiaro è stato l'incontro casuale con l'insegnante di ripetizioni di mia figlia in una nota località marittima al ristorante, con aria seccata dice '' ogni mezzora dobbiamo andare a controllare se la figlia del mio compagno dorme'' faccio presente educatamente che mezzora è lunga, bastano 5 minuti perchè un neonato sia in pericolo, risposta '' già dobbiamo mettere la sveglia alle sei perchè al mare nelle ore di punta sclera''. Nonostante questa persona sia preparata e brava nel lavoro ero allibita. Gemma
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