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Scuola e genitori, gioie e dolori

Un argomento più che mai attuale: la scuola come terreno di scontro tra insegnanti e famiglie. Alla mancanza di edifici scolastici sani e stabili si aggiunge la cronica carenza di riconoscimento politico e sociale del suo valore e il rispetto nei confronti degli insegnanti, vituperati, insultati e a volte addirittura fisicamente aggrediti dagli alunni e dai loro genitori. Ai docenti si chiede di essere ineccepibili e di dare l'esempio corretto ai ragazzi, ma che non si azzardino a far notare che questi non sempre rispondono agli stimoli in modo adeguato. E la gestione della lezione viene messa in discussione dagli alunni senza motivazioni oggettive - o contestata da certi genitori, che in classe non sono neanche presenti ma si schierano senza dubbio alcuno a favore dei propri figli screditando i docenti ai loro occhi e accusandoli di chissà quali crimini, come ad esempio non accettare l'ennesima giustificazione per sottrarsi all'interrogazione programmata. E i docenti che amano il loro lavoro ne soffrono moltissimo. Io insegno alle scuole medie, dove i ragazzi vivono un'età delicatissima,  di passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza e devono essere aiutati a trovare i propri talenti e a costruire un progetto su di sé con la fiducia di poterlo realizzare. L'alleanza con i genitori è indispensabile, come la passione da parte dei prof, che non solo alimenta il loro lavoro ma che, se trasmessa agli alunni, li fa sentire tranquilli e aperti a tutte le proposte educative e didattiche. Se i genitori hanno aspettative troppo alte, pretendendo dai figli standard altissimi, generano in loro senso di insicurezza e di inadeguatezza e sarà l'insegnante a restituire loro, con pazienza e incoraggiamenti, la serenità e fiducia nelle loro capacità di riuscire. L'insegnante bravo sa essere autentico e realmente interessato agli alunni e solo in questo modo gli alunni lo seguiranno. Ma deve avere l'appoggio di tutti perché l'educazione non è un fatto individuale, è collettivo perché interessa tutta la società; oggi invece le famiglie, con le quali si dovrebbe instaurare la cosiddetta alleanza educativa, si mettono in contrapposizione. Le terribili chat di Whatsapp, che dovrebbero servire a scambiarsi brevi informazioni "di servizio" - a che pagina sono gli esercizi di matematica per domani, dov'è la circolare della gita, a che ora c'è l'assemblea con i professori venerdì - sono il luogo in cui si scatenano lunghi ed estenuanti dibattiti sui massimi sistemi, tutti sono depositari del verbo e magari alla fine non riescono neanche ad accordarsi tra loro. 
Ma c'è una nota stonata in tutto questo, ed è l'insicurezza dei genitori. Quando andavamo a scuola noi, nessuno si sognava di contestare gli insegnanti né tanto meno le note e le sanzioni che ci davano; anzi, i nostri genitori li appoggiavano. Oggi invece i genitori si offendono, si sentono criticati e sotto giudizio di fronte ad uno sbaglio dei propri figli. Respingono le critiche al mittente in modo anche aggressivo. Ai ragazzi non è concesso fare errori proprio in un'età in cui lo sbaglio è necessario per crescere, invece solo lasciandoli tentare e rischiare li aiuteremo a sentirsi capaci di cavarsela e incoraggeremo la loro autonomia. Ops..forse non solo gli insegnanti non ne fanno mai una giusta, ma neanche i genitori. Che fossimo tutti esseri umani?



Commenti

  1. Buonasera,
    perchè non tratti in un post il tema di come un insegnante potrebbe impostare una lezione di italiano o storia in modo non noioso e senza per forza ricorrere al digitale? Mi interesserebbe molto

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