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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

Nostalgia della scuola

Non da parte mia, ma di mia figlia ovviamente! Che, come tantissimi altri bambini, da un giorno all'altro ha dovuto rinunciare alla sua routine: scuola a tempo pieno, lezioni con le amatissime maestre, tempo con i suoi compagni, mensa e ricreazione in cortile. Per non parlare delle attività pomeridiane, sportive e non, e del tempo "privato", ovvero quello che ha già iniziato a trascorrere in camera sua, lontana dagli occhi indiscreti e invadenti di mamma e papà. Ho già parlato di come la preadolescenza si stia manifestando in casa mia, ma ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Oltre alle videolezioni - per fortuna ci sono state! - con le quali mia figlia ha ripreso i contatti in una forma che ricordava più o meno quella scolastica, anche i bambini hanno scoperto Zoom o Skype (che neanche io sapevo usare). E così, ogni sera, dopo cena, alle 20.30 scattava l'ora della videochiamata con gli amici, seguita, le prime volte, da qualche pianto. La scuola a questa età non è s...

Multitasking? Ci devo pensare...

Le donne sono multitasking: penso di averlo letto su libri e riviste centinaia di volte. E' noto che le donne riescono a organizzare al minuto ogni momento della loro giornata - e di tutta la famiglia - e contemporaneamente anche a descrivere, raccontare, verbalizzare ciò che accade intorno, o anche dentro di loro (emozioni, impressioni personali ecc.). Questo grazie al molto sviluppato (cioè molto più sviluppato che negli uomini) corpo calloso, parte del cervello che mette in comunicazione l'emisfero sinistro, deputato alla logica e al calcolo, con quello destro, che governa emozioni e creatività. Se gli uomini non sono multitasking, quindi, è colpa della genetica: non è che siano tonti, semplicemente sono meno "evoluti" da quel punto di vista. Eppure questa teoria, diffusa oramai a livello universale, è stata sfatata da un gruppo di studiosi tedeschi, che hanno messo al lavoro due gruppi di volontari, uomini e donne, e hanno osservato che non solo le persone impegn...

Mamma,vado ad allenarmi!

Lo ha dichiarato mia figlia quando l'allenamento di atletica e il corso di nuoto sono stati sospesi. Lei è sempre stata una bambina molto energica e io non mi sono meravigliata che abbia aperto qualche tutorial su Youtube e cercato un programma di fitness per muoversi in casa e passare il tempo, ma in generale le bambine iniziano presto a preoccuparsi del loro aspetto fisico. Si confrontano con le amiche, raccontandosi i pasti, le merende (se le fanno) e le calorie e si scambiano informazioni che trovano in rete, ascoltando i discorsi delle loro mamme o leggendo le loro riviste. Ma anche su Tiktok, social top tra gli adolescenti, dove ragazzine un po' più grandi di loro esprimono la loro opinione su scelte alimentari di vario tipo. Le maestre, che a scuola insegnano la composizione dei cibi e degli alimenti, assistono ogni giorno, al momento del pranzo in mensa, a scene surreali: bambine che non mangiano la pasta, che fanno il bis di verdura ma non toccano il pane, che scelgon...

Come nascono i bambini? Me lo dice la psicologa della scuola...

..durante il corso di affettività. Pericolo scampato, allora? In realtà, no. Mia figlia, con i suoi compagni di classe, ha seguito un percorso di educazione affettiva durante l'anno scolastico - anche a distanza - ma in quinta elementare! Le domande a tema invece arrivano molto prima a mamma e papà e ad un bambino di quattro o cinque anni non si può certo rispondere usando termini tecnici e parlando di gameti, ovuli ecc. Ma si può provare a cavarsela leggendo insieme qualche libretto ad hoc, scritti da pedagogisti esperti di quella fascia d'età, o più semplicemente chiedere a mamme di bambini un po' più grandi cosa hanno raccontato loro. Senza dimenticare di usare un po' di fantasia, raccontando l'amore di mamma e papà come una fiaba a lieto fine (una classica versione della storia è: il papà e la mamma si sono abbracciati fortissimo e il papà in questo abbraccio ha passato alla mamma un semino, che poi è cresciuto nella sua pancia e si è trasformato in un bambino/...

La scuola è finita!

E anche la Dad. Oramai tutti sanno cos'è la didattica a distanza, che da marzo a giugno ha sostituito quella in presenza, consentendo agli alunni di tutta Italia di continuare a fare lezione, apprendere e tenere i contatti, anche se virtuali, con i compagni e gli insegnanti. Non senza qualche sofferenza, però. Bambini e ragazzi sono rimasti a lungo lontani tra loro, e i genitori hanno dovuto dotarsi di strumenti vari perché il telefono cellulare non bastava più e si sono resi necessari webcam, stampante, cartucce e tablet (come minimo). Sebbene questo sia stato l'unico modo per mandare avanti la didattica durante la quarantena (basta "lockdown", please!), la Dad ha avuto molti detrattori, in primis i genitori, appunto, perché hanno dovuto sostenere molti costi, organizzarsi con il lavoro con o senza smart working, pagare babysitter o portare i figli dai nonni nonostante la difficile situazione. I ragazzi hanno dovuto imparare in poco tempo ad usare la tecnologia per ...

Mamma, ho l'ansia!

E' il titolo di un libro della famosa psicoterapeuta dell'adolescenza, Stefania Andreoli, che lo ha scritto per aiutare i tanti genitori di bambini e adolescenti che dicono di essere ansiosi o che dimostrano di esserlo attraverso comportamenti tipici: mangiano le unghie, tormentano i capelli, lamentano mal di pancia e mal di testa, hanno disturbi del sonno e, nei casi peggiori, anche un cattivo rapporto con il cibo. I bimbi più piccoli in genere si agitano di fronte a nuove importanti esperienze, come l'inserimento in una nuova classe o una gita scolastica, e l'ansia può derivare dalla paura delle novità, o dal timore del confronto con gli altri bambini, specie quelli prepotenti o abituati a maniere un po' più "spicce".  Ma da cosa deriva l'ansia? In genere da una paura non superata. La paura, in generale, è utile perché ci permette di difenderci di fronte ad un (vero o presunto) pericolo. Da piccolissimo, ad esempio, il bambino ha paura dell' ...

Centri estivi, si o no?

Ogni anno, da quando mia figlia ha concluso la scuola materna che era aperta fino a fine giugno, ho dovuto inventarmi una soluzione per tenerla occupata dal giorno della fine delle lezioni. Setacciando la città, cercando in rete, chiedendo a vari amici e conoscenti, fortunatamente ho sempre trovato dei centri estivi che venivano incontro alle mie esigenze di lavoro e alle necessità di una bambina desiderosa di tenersi attiva e stare in compagnia. Io sarei anche favorevole ad un modello di scuola che prevede diverse pause durante l'anno scolastico, che coincidono con periodi di ferie per i genitori che lavorano, in modo da ridurre l'interruzione estiva. O tenere gli edifici scolastici aperti anche durante l'estate, con giovani animatori, tirocinanti o studenti a scopo ricreativo. Ma finché questo non succederà, i centri estivi continueranno ad essere una manna per chi non ha nonni disponibili perché lontani o altrove in quel periodo e non sa dove collocare i figli ed è l...