Non inteso come testa, ovviamente, ma come il proprio "superiore". L'uomo che dirige l'ufficio o il team di lavoro secondo regole tutte sue, ispirate al sempiterno sessismo, che nonostante tutti gli sforzi, non tramonta mai. Sembra un film americano che racconta una brutta storia, invece è una situazione molto diffusa anche in Italia, nei grandi contesti come in quelli più piccoli, "familiari". E allora, per provare a combatterlo, bisogna mettere in atto strategie difensive e di attacco e soprattutto scoprire l'importanza della sorellanza autentica, che consente di sostenersi tra colleghe. Ma quali sono i comportamenti sgradevoli che mettono a disagio sul lavoro? Senza arrivare agli estremi delle molestie sessuali più o meno esplicite, il sessismo può essere messo in atto anche in maniera più sottile ed insidiosa, perché è più difficile poi per la donna dimostrare le cattive intenzioni o gli scopi malevoli del capo (ma può essere anche un collega). Per esempio, durante una riunione, il maschio "alfa" della situazione ti interrompe, finisce le tue frasi, ti corregge e conclude il discorso, dando l'impressione che sia il suo..e prendendosi il merito, facendoti sentire umiliata e offesa. Allora devi farti coraggio e continuare a parlare, facendo presente che non hai ancora finito e non è educato interrompere continuamente, né utile al senso del discorso, che è finalizzato all'azienda e non al singolo. Meglio anche alzarsi mentre si parla, per trasmettere maggiore autorevolezza ai colleghi e sentirsi più sicure durante l'esposizione, fingendo di non sentire questi interventi disturbanti. E se lui ti tratta come se fossi la sua sottoposta, segretaria, assistente, anche se sei sua pari o sei più che titolata per rivestire il tuo ruolo in azienda? Ecco qualche suggerimento: rispondere :"mi dispiace, non so farlo (fosse anche il caffè); "ho già rotto - la stampante, la fotocopiatrice o quant'altro - e non vorrei ripetermi"; "prova a chiedere a lui (collega maschio!!); o, se non è proprio il megadirettore ad averlo chiesto, rispondere: "al momento ho altro da fare e comunque mi sembri perfettamente in grado di fare da solo!".
Altro esempio di uomo triste sul luogo di lavoro è quello che ti "spiega" le cose, perché convinto di saperne più di te, su tutto. E quindi contraddice, corregge, ignora la collega che parla o esprime la sua opinione, riprendendo il discorso da dove si era interrotto prima che lei intervenisse. Simpaticissimo...per questo va stoppato subito: nessuno ha chiesto la sua opinione, che non è detto sia la più autorevole in materia - anche se lui ne è tanto convinto - quindi può anche tacere se non è stato interpellato. Se continua e ti prende in giro davanti agli altri, sminuendoti, rispondigli pure che è molto scorretto e non si lavora così in team; ricordati - e ricordagli - che la responsabilità dello stress da lavoro correlato e del clima sul lavoro è sua, non tua.
L'imitatore invece è quello che ascolta il tuo discorso e appena lo finisci, lo ripete con parole sue e tutti, ascoltandolo, credono che l'idea sia sua. Subdolo e pericoloso, perché convincente: riesce davvero a spacciare per sue le parole di qualcun altro, raccoglie consensi e inviti ad approfondire. Con lui è necessario riprendere subito la parola, senza lasciarlo continuare oltre, riportando l'attenzione su di te, che quell'idea l'hai generata: "bene, adesso mi dite cosa pensate della mia proposta?". Poi prendi da parte il collega - o capo, anche se lo fosse - e digli che, se secondo lui le tue idee sono espresse in modo poco chiaro, non c'è bisogno che lui le ripeta o le espliciti per te, al posto tuo, sostituendosi a te: basta dirtelo e ci penserai tu, dal momento che l'idea è tua. Se ti sei resa conto di non essere l'unica donna in ufficio oggetto di questo modo di fare, costruisci un'alleanza con le altre e divertitevi un po' insieme, provando ad alternarvi nel ruolo di imitatrice del collega. Forse smetterà senza che gli si debba parlare (meglio così) e se dovesse avvicinarsi lui, si può applicare qualche facile strategia di evitamento: guardare in un'altra direzione, fingere di parlare al cellulare o ad una segreteria telefonica o di avere fretta di finire un lavoro, di avere un appuntamento, insomma qualsiasi scusa pur di non dargli corda.
Certo, sarebbe bello non doversi confrontare con queste situazioni e potrebbe essere così...se tu fossi il capo di te stessa. Prendendo una buona idea e trasformandola in un'idea imprenditoriale, con qualche soldo messo da parte, partecipando a qualche bando/concorso o candidando il proprio progetto su un incubatore di startup, si può impiantare la propria attività. Ci sono infinite attività tra cui scegliere, in base ai propri studi e alle proprie competenze: servizi linguistici (traduzioni, corsi di lingue, vacanze studio), progetti di sostenibilità ambientale, intrattenimento per adulti a bambini, con nuove app educative o corsi a tema, itinerari alla scoperta delle città green ecc. Sicuramente, se siamo responsabili del nostro stesso impiego, nessun capo ci molesterà e potremo arginare il collega fastidioso liberandocene in qualche modo o sostituendolo con qualcuno più empatico e professionale. E questo indubbiamente ripagherebbe dei sacrifici, perché in genere il settore dei servizi funziona a pieno regime quando il resto del mondo è in vacanza...
Altro esempio di uomo triste sul luogo di lavoro è quello che ti "spiega" le cose, perché convinto di saperne più di te, su tutto. E quindi contraddice, corregge, ignora la collega che parla o esprime la sua opinione, riprendendo il discorso da dove si era interrotto prima che lei intervenisse. Simpaticissimo...per questo va stoppato subito: nessuno ha chiesto la sua opinione, che non è detto sia la più autorevole in materia - anche se lui ne è tanto convinto - quindi può anche tacere se non è stato interpellato. Se continua e ti prende in giro davanti agli altri, sminuendoti, rispondigli pure che è molto scorretto e non si lavora così in team; ricordati - e ricordagli - che la responsabilità dello stress da lavoro correlato e del clima sul lavoro è sua, non tua.
L'imitatore invece è quello che ascolta il tuo discorso e appena lo finisci, lo ripete con parole sue e tutti, ascoltandolo, credono che l'idea sia sua. Subdolo e pericoloso, perché convincente: riesce davvero a spacciare per sue le parole di qualcun altro, raccoglie consensi e inviti ad approfondire. Con lui è necessario riprendere subito la parola, senza lasciarlo continuare oltre, riportando l'attenzione su di te, che quell'idea l'hai generata: "bene, adesso mi dite cosa pensate della mia proposta?". Poi prendi da parte il collega - o capo, anche se lo fosse - e digli che, se secondo lui le tue idee sono espresse in modo poco chiaro, non c'è bisogno che lui le ripeta o le espliciti per te, al posto tuo, sostituendosi a te: basta dirtelo e ci penserai tu, dal momento che l'idea è tua. Se ti sei resa conto di non essere l'unica donna in ufficio oggetto di questo modo di fare, costruisci un'alleanza con le altre e divertitevi un po' insieme, provando ad alternarvi nel ruolo di imitatrice del collega. Forse smetterà senza che gli si debba parlare (meglio così) e se dovesse avvicinarsi lui, si può applicare qualche facile strategia di evitamento: guardare in un'altra direzione, fingere di parlare al cellulare o ad una segreteria telefonica o di avere fretta di finire un lavoro, di avere un appuntamento, insomma qualsiasi scusa pur di non dargli corda.
Certo, sarebbe bello non doversi confrontare con queste situazioni e potrebbe essere così...se tu fossi il capo di te stessa. Prendendo una buona idea e trasformandola in un'idea imprenditoriale, con qualche soldo messo da parte, partecipando a qualche bando/concorso o candidando il proprio progetto su un incubatore di startup, si può impiantare la propria attività. Ci sono infinite attività tra cui scegliere, in base ai propri studi e alle proprie competenze: servizi linguistici (traduzioni, corsi di lingue, vacanze studio), progetti di sostenibilità ambientale, intrattenimento per adulti a bambini, con nuove app educative o corsi a tema, itinerari alla scoperta delle città green ecc. Sicuramente, se siamo responsabili del nostro stesso impiego, nessun capo ci molesterà e potremo arginare il collega fastidioso liberandocene in qualche modo o sostituendolo con qualcuno più empatico e professionale. E questo indubbiamente ripagherebbe dei sacrifici, perché in genere il settore dei servizi funziona a pieno regime quando il resto del mondo è in vacanza...
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