Per la prima volta dopo anni la programmazione di casa nostra, nei mesi da giugno a settembre, è decisamente cambiata: i centri estivi sono i grandi assenti della stagione 2023. Facciamo un breve "recap": abbiamo iniziato a quattro anni con la piscina, in pratica una replica fedele della scuola materna, poi il teatro con il corso di disegno e marionette (di cui, con mio grande dispiacere, non è rimasto alcun ricordo), poi il ritorno alla piscina, che è stato un must anche per tutti gli anni della scuola primaria e come ultimo, ma non meno importante, il centro estivo a tutto sport, grande amore vissuto fino in fondo, con il caldo, con i temporali, con le uscite giornaliere ai parchi acquatici, durato poco però - non per volontà di mia figlia ma per raggiunti limiti di età.
Quest'estate invece, fatti gli esami, la quattordicenne ha detto stop: finita la scuola, non si sarebbe alzata presto né sarebbe andata su e giù per la città per nessun motivo al mondo. In un primo momento abbiamo considerato i vantaggi di questa "decisione"- niente sveglia fissa durante le ferie, niente giri della città nel traffico del mattino seguiti da manovre improbabili per parcheggiare nel momento di massimo affollamento e, soprattutto, un esborso in meno nell'estate in cui bisogna provvedere ad un corposo "back to school", tra libri, dizionari, vestiti ecc - e ci siamo sentiti sollevati. Poi è arrivata LA domanda: cosa farà nostra figlia tutto il giorno a casa? Abbiamo discusso spesso con lei durante l'anno sull'uso del cellulare, sul tempo da dedicare alle serie TV, su come avrebbe potuto organizzare meglio le pause per inserire uno sport una volta in più a settimana ecc., ma la risposta era sempre che non sarebbe riuscita a conciliare altre attività con lo studio - e le pause, dal momento che erano uno svago solo suo, doveva essere lei a decidere come riempirle. Fine della discussione.
Ma con la scuola chiusa e i famosi tre mesi di vacanza (solo per gli alunni, eh), il rischio di ritrovarsi la figlia indivanata e perennemente collegata alle piattaforme era concreto e il clima che c'è ultimamente da queste parti (caldo afoso giorno e notte interrotto solo da temporali e acquazzoni) non si concilia molto con le passeggiate con gli amici, le uscite in bicicletta, le giornate in piscina ecc. Per fortuna Martina è sempre stata un'accanita lettrice fin da bambina e adesso, con più tempo a disposizione e nessuna imposizione, sta leggendo un po' alla volta i libri che abbiamo comprato durante l'anno, anche quando ne aveva ancora tanti sullo scaffale o nella cassetta del "to be read" (ho scoperto da poco cos'è: una scatola dove inserire i titoli dei libri, scritti su dei bigliettini di carta ripiegati su se stessi, da estrarre a sorte ogni volta che si finisce un libro e si vuole sceglierne un altro da iniziare). La ragazza è compulsiva negli acquisiti - in questo ha preso da me - ma metodica nella lettura. Anche io compro libri in quantità, solo che, per risparmiare spazio e avere la disponibilità di tanta scelta anche in vacanza, spesso prendo e-book - subendo la disapprovazione del prof. di italiano che vive a casa mia - e poi perdo il conto e il colpo d'occhio di quanti siano e rimangono lì, nel Kindle, ad aspettare che li apra, insieme a quelli accumulati in libreria. Non riesco a iniziare più libri contemporaneamente e non ho mai avuto il coraggio di sperimentare l'App 4Books, evidentemente per certe cose non sono così incauta!
In questi giorni in cui, finite le vacanze vere e proprie, siamo a casa e ha ripreso a piovere, è stato riaperto il capitolo "compiti delle vacanze": la scuola superiore li ha messi a disposizione sul sito e Martina li ha iniziati a fine giugno, sapendo quanti giorni avrebbe avuto a disposizione e organizzandosi di conseguenza (nonostante abbia sentito proteste e rifiuti a procedere da parte di un paio di sue ex compagne, lei per ora ha scelto la via della prudenza). Alle scuole medie ha sempre avuto compiti durante le vacanze e in molte più materie; quest'anno, vuoi per la minore quantità, vuoi perché forse ha acquisito un metodo ed è maturata (non voglio esaltarmi troppo), li sta gestendo con una certa serenità. Avrà finalmente capito che è meglio tenersi in esercizio facendo anche poco ma tutti i giorni, che è preferibile non ritrovarsi a fare tutto all'ultimo o vorrà evitare di affrontare per l'ennesima volta l'argomento con due genitori prof ? O forse considera questi compiti - esercizi su file e piattaforma, niente libri delle vacanze - una specie di "rito di passaggio" alle scuole superiori? E' dura, eh.. Per adesso, niente compiti creativi - l'ultimo ritrovato della didattica estiva, che evidentemente non riscuote così tanti consensi come ho letto ultimamente, né tra gli insegnanti, che forse temono di essere considerati troppo anticonvenzionali, né, come è ovvio, tra le case editrici. Ho consultato per curiosità qualche sito scolastico e non ho trovato particolari novità a riguardo. Come spesso succede nel mondo della scuola, tanto rumore per (poco o) nulla.
Intanto ieri pomeriggio a casa nostra è passata un'amica di Martina ed io, che secondo lei vivo al solo scopo di metterla in imbarazzo e farla vergognare con l'universo mondo, l'ho subito ringraziata per essere venuta ad aiutarla con i compiti di matematica. Ho ottenuto un rimprovero da parte di mia figlia e una risata della sua amica - ogni tanto una gioia - ma un po' ci speravo. Io, almeno d'estate, vorrei risparmiarmi la matematica, a meno che lo scopo non sia calcolare costi e distanze per organizzare un bel viaggio.. ah, no, niente compiti di realtà. Per la mamma solo sogni. E compiti di matematica.
Mi rispecchio in questo scritto. Ho una figlia che ha finito le medie e quest’estate è tutto diverso rispetto agli anni precedenti.
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