Ho riletto il mio lungo post su Milano, scritto esattamente un anno fa, quando provavo un amore incondizionato per la città e mi sentivo come Carrie negli episodi di SATC in cui “usciva con New York”, ma per forza di cose molto meno elegante e effortless di lei. Chiaro che la mia visione da turista, che va a Milano per mostre o altri eventi, non contempla le difficoltà e i disagi quotidiani di chi ci vive, lavora e si sposta da una parte all'altra della città, tutto il giorno, correndo senza sosta. Persone che alle fermate della metro ti spingono per prendere il treno sennò arrivano tardi al super posto di lavoro e poi sui social ti mostrano le stanze “ampie” due metri quadri spacciati per appartamenti e dati in affitto come se fossero quadricamere, alla faccia di Gianluca Torre, delle sue dimore di charme imperdibili e delle richieste milionarie ma “perfette”. Eppure, niente sembra scalfire l'immagine glamour e accattivante di questa città, in continua trasformazione, sempre
Dopo aver rimandato l'appuntamento di qualche settimana, giusto per evitare l'arrembaggio, anche io sono andata a vedere il film di Barbie, estremamente grata verso mia figlia, che è venuta con me invece di organizzarsi con le amiche. C'era infatti qualche gruppetto di ragazze un po' più grandi della mia e tante bambine più piccole accompagnate dalle mamme; secondo me, le prime si sono abbastanza divertite, le altre, passato l' (eccessivo) effetto caramella dovuto alla sovrabbondanza del rosa e del fluo, si sono annoiate. Non è un film per bambine, è un film per millennials o per ragazze che hanno già "sentito" da qualche parte le riflessioni odierne sul ruolo della donna nelle relazioni, nella coppia, in famiglia, sul lavoro, nella società e che ne parlano in gruppo, a scuola, con i genitori e magari anche con gli insegnanti. Altrimenti per loro il film alla fine può risultare troppo didascalico e poco cinematografico. Serioso più che serio, insomma, non